22.04.2020
Ambiente
Diventare Plastic Free
Una scelta etica oltre che ambientale

Una scelta etica oltre che ambientale

Plastic Free significa letteralmente “libero dalla plastica”. La plastica ha rivoluzionato le nostre vite, tanto che il suo inventore, l’italiano Giulio Natta, ha ricevuto il premio Nobel per la chimica nel 1963 per il “moplen”, la plastica ancora oggi utilizzata per vasche e vaschette anche per uso alimentare.

Il successo della plastica è dovuto alla sua leggerezza, malleabilità, facilità di lavorazione, indistruttibilità e, soprattutto, economicità rispetto ad altri materiali come cartone, vetro o alluminio. Inoltre è praticamente indistruttibile e pertanto può durare all’infinito ed essere riutilizzata più e più volte.

Per certi prodotti, la plastica rappresenta tutt’oggi la soluzione più adatta e conveniente. Preserva igienicamente gli alimenti, resiste all’usura, protegge il contenuto adattandosi a qualsiasi forma. Qual è quindi il vero problema?

È l’utilizzo intensivo di questo materiale per il suo basso costo, a discapito di materiali alternativi in molti casi decisamente superiori per qualità, ma purtroppo anche per prezzo. Ma soprattutto, la sua caratteristica principale di essere indistruttibile è stata associata ai prodotti usa e getta che per loro stessa definizione esauriscono la loro funzione con un solo utilizzo e diventano subito rifiuti.

Il vero problema non è quindi la plastica in sé ma il rifiuto di plastica che, se non viene avviato correttamente al riciclo, diventa un inquinante estremamente pericoloso.

Uno studio della Commissione Europea ha rivelato che più dell’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica, in particolare da oggetti monouso: sacchetti, bottiglie, flaconi, stoviglie, bastoncini per le orecchie. Per alcuni di questi oggetti sono state emanate delle disposizioni che vietano l’uso della plastica nella loro fabbricazione, ma per altri (come ad esempio le bottiglie per acqua e bibite) i produttori continuano a preferire la plastica ad altri materiali più ecologici e solo per una questione di costi.

Per quanto la plastica non biodegradabile sia indistruttibile, la gravità dei suoi effetti inquinanti è la sua deteriorabilità. Infatti, l’oggetto di plastica si degrada e si rompe in pezzi sempre più piccoli, trasformandosi in microplastica ed entrando nella catena alimentare di animali, come i pesci e gli uccelli, che la scambiano per cibo. Nutrendosi di plastica, questi animali finiscono per morire di indigestione o soffocamento. Un impatto devastante sull’intero ecosistema e sull’uomo, che a sua volta può cibarsene.

Il devastante impatto ambientale della plastica spinge le nostre coscienze ad assumere comportamenti più rispettosi dell’ambiente e a ridurre i rifiuti in plastica, attraverso scelte di acquisto che premiano le aziende che confezionano i propri prodotti con materiali alternativi.

La plastica non va demonizzata ma va abolita ogni qualvolta esiste una valida alternativa ad essa. Possiamo modificare le nostre abitudini quotidiane e adottare piccoli accorgimenti:

  • Utilizzare shopper e borse di tessuti naturali.
  • Preferire le bevande in bottiglie di vetro o in lattina di alluminio alle bottiglie di plastica.
  • Fare uso di borracce di acciaio o alluminio da riempire.
  • Acquistare i prodotti alla spina, riutilizzando i contenitori presso gli appositi distributori.
  • Scegliere spazzolini biodegradabili in bamboo o altri materiali ecologici.
  • Non acquistare prodotti cosmetici o dentifrici contenenti microplastiche (microgranuli).
  • Evitare tessuti sintetici che rilasciano fibre (microplastiche) e preferire tessuti naturali.
  • Per le macchine per il caffè, preferire le capsule compostabili.
  • In generale, prediligere prodotti in materiale vegetale o comunque biodegradabili.

I progetti delle principali associazioni ambientaliste

WWF in agosto 2019 ha pubblicato il report “Fermiamo l’inquinamento da plastica: come i Paesi del Mediterraneo possono salvare il proprio male”. Sono stati esaminati i sistemi di gestione della plastica di tutti i Paese per far emergere i principali fallimenti e le responsabilità nel sistema di gestione da parte dei produttori, delle autorità pubbliche e dei consumatori. Il report definisce poi un piano di azioni politiche e iniziative che l’area mediterranea e i singoli Paesi devono sviluppare per raggiungere un’economia sostenibile e circolare che riduca a zero la produzione di rifiuti dal sistema di gestione della plastica. Sulla pagina del sito #stopplasticpollution è possibile anche firmare la petizione per chiedere un accordo globale che ponga fine alla dispersione di plastica in natura entro il 2030.

Legambiente a fine 2019 ha avviato il progetto “Zero plastica in mare” per liberare il mare e i fiumi italiani dalla plastica. L’obiettivo che si stima di raggiungere entro il 2021 è la raccolta di almeno 15 tonnellate di plastica, l’equivalente di oltre 340mila bottiglie e contenitori.

Greenpeace che da sempre si batte per proteggere l’ambiente, promuovere la pace e incoraggiare le persone a cambiare abitudini, ha attivato Plastic Radar, un servizio per segnalare via whatsapp la presenza di rifiuti di plastica che inquinano spiagge, mari e fondali, ma anche fiumi e laghi. Anche Greenpeace ha lanciato una petizione “Basta plastica usa-e-getta” per chiedere alle grandi multinazionali di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.

Il progetto “Plastic Free” di Coopservice

Le aziende possono contribuire alla diminuzione dei rifiuti in plastica, mettendo a disposizione dei propri dipendenti soluzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Coopservice ha accolto la campagna del Ministero dell’Ambiente #IoSonoAMBIENTE e ha lavorato in questi mesi per adottare una serie di misure per eliminare la plastica ove possibile.

Purtroppo l’emergenza Covid-19 ha causato un’interruzione forzata delle attività legate al progetto, ma appena si tornerà alla normalità procederemo a completare il processo che vede coinvolte 15 siti sul territorio nazionale, tra cui la sede centrale di Reggio Emilia e altre 14 filiali (quelle con il maggior numero di dipendenti in loco).

L’azione più importante e significativa è l’eliminazione delle bottiglie di plastica dai distributori automatici e la sostituzione di tutti i contenitori di plastica, come bicchierini per le bevande calde, con prodotti in materiale biodegradabile. Per l’approvvigionamento dell’acqua, verranno installati dei distributori di acqua filtrata, collegati alla rete idrica, mentre ai dipendenti, che non potranno più rifornirsi di acqua in bottiglia di plastica, verrà regalata una borraccia di acciaio inox personalizzata. L’acciaio, pur essendo più costoso rispetto ad altri materiali, garantisce una maggiore sicurezza di pulizia e igiene considerato che può essere lavato in lavastoviglie, oltre a mantenere, grazie alla doppia camera, la temperatura più adatta alla bevanda (caldo per una tè o una tisana, freddo per acqua o bibite). Le sale riunioni, dove spesso vengono accolti ospiti esterni, verranno rifornite con bottiglie di acqua in vetro sigillate e bicchieri ecologici.

Nella scelta dei prodotti (snack, merendine, bevande) da introdurre nei distributori automatici verranno privilegiati i fornitori che limitano l’uso di plastica nella confezione e che scelgono soluzioni per il packaging ecologiche e a basso impatto, come ad esempio l’alluminio, il tetrapak oppure i nuovi materiali biodegradabili.

Il progetto Plastic Free si inserisce in un percorso che come Coopservice abbiamo avviato diversi mesi fa per ridurre la nostra impronta ambientale e che ci vede impegnati nella ricerca di soluzioni in linea con le 3 R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare.

È parte di questo percorso anche la strategia di raccolta differenziata dei rifiuti che abbiamo intensificato a partire dal II semestre del 2019 con l’introduzione in tutti gli uffici delle principali sedi, oltre al cestino per l’indifferenziata, di appositi contenitori per la raccolta di carta e plastica, mentre in tutte le sale comuni sono stati predisposti anche i contenitori per il vetro/alluminio e per l’organico.

La differenziazione dei rifiuti condotta a livello dei singoli uffici, solo nella sede centrale ha consentito di conferire ad IREN il 58% in meno di rifiuti indifferenziati. Un risultato davvero sorprendente di cui spetta il merito al senso di responsabilità di tutti i colleghi. La riduzione dell’indifferenziato ha comportato il conferimento di circa 2.700 kg di organico e 200 kg di vetro/alluminio, oltre ad un aumento del 54% della raccolta della plastica. Queste differenti tipologie di materiali possono ora essere smaltiti correttamente ed entrare nella catena del riciclo, con conseguenze positive sull’ambiente.

Aggregatore Risorse

La registrazione EMAS per attestare il proprio costante (e volontario) impegno per la sostenibilità
Ambiente
24.10.2024
La registrazione EMAS per attestare il proprio costante (e volontario) impegno per la sostenibilità
Coopservice, in linea con le certificazioni ambientali già conseguite e i pluriennali risultati raggiunti in direzione della carbon neutrality, ha ottenuto la registrazione EMAS rilasciata dalla Sezione Italia competente del Comitato per l'Ecolabel e l'Ecoaudit.
Coopservice, in linea con le certificazioni ambientali già conseguite e i pluriennali risultati raggiunti in direzione della carbon neutrality, ha ottenuto la registrazione EMAS deliberata dalla Sezione Italia competente del Comitato per l'Ecolabel e l'Ecoaudit. Il rilascio della registrazione EMAS, acronimo di Eco-Management and Audit Scheme, rappresenta per un’impresa un’importante tappa sulla via della ricerca di un continuo miglioramento delle proprie prestazioni ambientali. Si tratta infatti di uno strumento volontario creato dall’Unione Europea per aiutare le organizzazioni di ogni tipo e dimensione a migliorare le performance ecologiche e a comunicare in modo continuo e trasparente i risultati ottenuti.
Coopservice e Servizi Italia insieme a Sea the Change per ripulire dalle plastiche i nostri mari
Ambiente
18.06.2024
Coopservice e Servizi Italia insieme a Sea the Change per ripulire dalle plastiche i nostri mari
La tutela degli ecosistemi marini e il supporto alla comunità locale sono il cuore del progetto di sostenibilità 2024 di Coopservice e Servizi Italia
Al via il progetto ‘Ripuliamo il mare’ attraverso la collaborazione con Sea the Change, una startup innovativa a vocazione sociale che vuole rendere le aziende protagoniste della tutela dei mari e sostenitrici delle comunità locali. Con questa collaborazione verrà dato sostegno ad una attività, denominata Fishing for Litter, che prevede il recupero di rifiuti plastici marini attraverso il coinvolgimento dei pescatori locali. L’obiettivo è infatti quello di permettere ai pescatori di valorizzare il proprio lavoro ripulendo i mari e offrendo un servizio fondamentale di cui beneficia l’intera comunità.
Coopservice ha acquisito 300 Crediti di Sostenibilità della Riserva di Biosfera del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
Ambiente
21.02.2024
Coopservice ha acquisito 300 Crediti di Sostenibilità della Riserva di Biosfera del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
Il ricavato andrà in parte a beneficio dei gestori forestali impegnati in protocolli di gestione sostenibile e responsabile, mentre un'altra parte consentirà al Parco Nazionale di investire in nuovi progetti per incrementare la superficie di foreste certificate
Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ha rilasciato a Coopservice Soc.Coop.p.A. l’attestazione dell’acquisto di 300 Crediti di Sostenibilità della propria Riserva di Biosfera MAB Unesco, equivalenti a 300 tonnellate di CO2 la cui emissione è stata evitata o assorbita. Per Coopservice si tratta di un’azione in continuità con la certificazione ISO 14064-1 recentemente conseguita. I Crediti di Sostenibilità del Parco Nazionale vengono emessi grazie ai servizi ecosistemici assicurati da foreste certificate per una gestione sostenibile e responsabile.