09.09.2020
Persone
Una istruzione di qualità per migliorare la vita delle persone e per lo sviluppo sostenibile

Una istruzione di qualità per ogni persona significa ipotecare il progresso di una società

L’imminente apertura del primo anno scolastico post Covid-19 è l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione del Goal 4 dell’Agenda 2030 dell’Onu “Una istruzione di qualità accessibile a tutti”. Si tratta senza ombra di dubbio di uno degli Obiettivi strategici più ambiziosi dell’Agenda. Nella ricerca di un nuovo modello di sviluppo sostenibile per il nostro pianeta, infatti, un presupposto irrinunciabile è costituito dal ‘fattore umano’, ovvero dal livello di conoscenza e sviluppo delle capacità intellettive di miliardi di persone. L’istruzione contribuisce in maniera decisiva, per ogni essere umano, alla consapevolezza e alla realizzazione di sé, così come la scolarizzazione e la formazione sono presupposti imprescindibili del grado di progresso sociale e sviluppo economico raggiunti da una determinata società: per questo l’istruzione è riconosciuta quale diritto universale.
Va sottolineato anche come l’Obiettivo numero 4 dell’Agenda 2030 sia strettamente legato a quelli che lo precedono: l’istruzione infatti è un valido aiuto per ridurre la povertà, e quindi per eliminare la fame e migliorare la salute. Il legame con la povertà è particolarmente significativo: le stime dei principali organismi di ricerca statistica ipotizzano che se tutti gli adulti finissero le scuole secondarie sarebbero sottratti alla povertà 420 milioni di individui.
A fondamento dell’obiettivo di dare all’intera popolazione mondiale ‘una istruzione di qualità’ non può quindi che porsi una formazione scolastica con standard omogenei e accessibile a tutti, insieme a possibilità di apprendimento permanente, per garantire compiutamente l’uguaglianza delle opportunità per le donne e gli uomini in tutto il mondo. 

I progressi raggiunti nell’alfabetizzazione e nell’istruzione primaria

Le attività di continuo monitoraggio delle Nazioni Unite sul raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 indicano che, sul punto specifico, importanti passi avanti sono stati compiuti negli ultimi decenni. Ad esempio il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa, anche nei Paesi più poveri.

Questa rappresentazione grafica aggiornata al 2019 visualizza lo stato dell’analfabetismo nelle diverse aree del mondo, riportando la percentuale di persone oltre i 15 anni di età che non sanno leggere e scrivere: pur non essendo censite aree ad alto sviluppo socio-economico (Canada, Nord Europa, Oceania) si noterà come la diffusione delle diverse cromature verdi (basso analfabetismo) sia largamente predominante rispetto alla coloriture improntate al rosso (elevato analfabetismo) mentre all’interno di queste ultime prevalgono le cromature tenui (analfabetismo sotto il 30%).
Inoltre deve essere considerato che si è sostanzialmente raggiunta nel mondo l’uguaglianza tra bambine e bambini nell’istruzione primaria: l’iscrizione al grado scolastico di base nei Paesi in via di sviluppo ha infatti raggiunto il 91%, un risultato neppure immaginabile solo qualche decennio fa.

Il rovescio della medaglia: le criticità persistenti nell’analfabetismo e nell’istruzione primaria

Dato atto dei progressi non si può però contestualmente evidenziare la persistenza di problematiche non più sostenibili. Intanto va considerato che il dato incoraggiante appena citato ha un non trascurabile rovescio della medaglia: sono ancora almeno 57 milioni i bambini tra i 6 e gli 11 anni a cui viene negato il diritto all’istruzione di base. Come precedentemente analizzato per gli obiettivi 1 (lotta alla povertà) e 2 (lotta alla fame) si conferma drammaticamente il ritardo delle due principali aree problematiche del pianeta: l’Africa sub sahariana e l’Asia meridionale. In particolare più della metà dei bambini non iscritti a scuola vive nel continente africano e proviene da zone infestate da conflitti armati che minano le condizioni della popolazione e devastano il territorio.
Inoltre lo stesso grafico precedentemente riportato indica chiaramente anche la persistenza di inaccettabili criticità nel contrasto dell’analfabetismo: per rimanere alla sola popolazione giovanile, nel mondo sono ben più di 100 milioni i bambini e ragazzi che non possiedono capacità di base in lettura e scrittura, di cui oltre il 60% donne. Ma c’è di più: secondo i report periodici dell’Onu, più in generale, al di là delle differenze territoriali, oltre la metà dei bambini e degli adolescenti di tutto il mondo non raggiungono livelli accettabili nelle competenze base di lettura e di calcolo.

L’abbandono dei percorsi di istruzione: una piaga anche del mondo occidentale (e dell’Italia)

Preso atto della gravità del problema, e della assoluta necessità di procedere nei miglioramenti, l’obiettivo di ‘una istruzione di qualità’ non può però limitarsi a garantire l’accesso ai sistemi di scolarizzazione primaria. Si pongono, evidentemente, tutte le implicazioni qualitative del caso ma, prima ancora, si rende necessario contrastare con forza il fenomeno dell’abbandono scolastico. Ancora una volta la questione emerge con gravità per le aree disagiate del pianeta ma il mondo occidentale, e l’Italia in particolare, non ne sono per nulla estranei.
Per il nostro Paese i dati non sono soddisfacenti: ancora nel 2018, gli abbandoni scolastici precoci si sono attestati al 14,5% (purtroppo in incremento, segnando una inversione di tendenza registrata a partire dal 2017, in quanto fino al 2016 il tasso era sceso costantemente). Il dato, secondo le regole europee, viene calcolato sulla popolazione degli under 25 e comprende tutti coloro che hanno conseguito al massimo un diploma di scuola secondaria di primo grado e, inoltre, e non frequentano corsi o attività formative. In Europa l’Italia è quasi fanalino di coda, fanno peggio solo Turchia, Islanda, Spagna e Malta. La media dei paesi UE è al 10,6%, ad un passo dall’Obiettivo 2030: scendere sotto il 10%. 

Gli obiettivi qualitativi della ‘istruzione per tutti’: un punto a favore per l’Italia

E poi ci sono i problemi di qualità nell’apprendimento e dell’insegnamento, sui quali si concentrano diversi dei 13 target in cui si articola l’Obiettivo 4. Su questi elementi qualitativi un elemento di positività va registrato per il nostro Paese. L’ASVIS, l’organismo che monitora per l’Italia lo stato di attuazione dell’Agenda 2030, ha infatti elaborato un indicatore denominato ‘istruzione di qualità’ (o ‘indicatore di sostenibilità’) che mostra un costante miglioramento nel decennio 2007-2017 : soprattutto dal 2010 in poi si osserva un deciso aumento della quota di persone che hanno completato il ciclo di studi (scuola secondaria di 2° grado e titolo universitario). In particolare è da cogliere positivamente l’incremento del numero di laureati, nel 2017 il 27% della fascia di età tra i 25 e i 34 anni, anche se ancora inferiore alla media Ocse (44%).

La ‘questione tecnologica’ al centro della qualità della ‘istruzione per tutti’

Nell’ambito dei target qualitativi dell’Obiettivo 4 un posto centrale spetta ovviamente alla dimensione tecnologico-digitale che ormai permea completamente la contemporaneità: è evidente come essa rappresenti una concreta opportunità per diffondere in tutto il mondo un grado di istruzione qualitativamente elevato. Come si è visto durante il periodo di forzato lockdown da Coronavirus, purtroppo però si registra ancora, anche nei Paesi più sviluppati, un significativo ritardo nella preparazione (alfabetizzazione digitale) dell’istituzione scolastica e degli insegnanti.
Così come permangono gap tecnologici e formativi che pregiudicano l’accesso alla Rete da parte di un numero ancora troppo elevato di persone, impedendo di fruire adeguatamente dei nuovi saperi e dei nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Poiché il mondo contemporaneo richiede competenze sempre più complesse ed elevate, per le quali si rende necessario la disponibilità di occasioni di conoscenza e formazione permanente, l’accesso per tutti alle risorse del web assume un valore irrinunciabile.

L’impegno di Coopservice per la realizzazione dell’Obiettivo ‘Istruzione di qualità per tutti’

Come noto gli obiettivi di Agenda 2030 chiamano in causa il ruolo fondamentale delle aziende per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso gli investimenti posti in essere, le soluzioni sviluppate, le pratiche adottate. Da diversi anni Coopservice ha intrapreso un percorso di impegno per la ricerca di soluzioni tecniche, organizzative e sociali in grado di rispondere ad alcune delle principali sfide di sostenibilità imposte dall’Agenda. Nell’ambito dell’Obiettivo 4 l’azienda dimostra concretamente la propria visione strategica del valore dell’istruzione e della formazione attraverso numerose iniziative di sostegno, sia nei confronti delle famiglie dei soci e dipendenti sia delle istituzioni scolastiche ed accademiche.

Nell’ambito del welfare aziendale, ogni anno vengono erogate decine di borse di studio a favore dei figli dei soci che frequentano con profitto le scuole superiori e l’università per offrire un contributo economico concreto alle famiglie e aiutarle nel sostenere i costi scolastici. Le famiglie dei soci e dei dipendenti, inoltre, possono accedere a opportunità educative di qualità grazie a particolari e vantaggiose condizioni sull’iscrizione dei bambini e ragazzi ai centri estivi presenti nei diversi territori in cui opera la cooperativa.

Coopservice mantiene da diversi anni importanti rapporti di collaborazione con alcune delle più prestigiose università italiane, in particolare Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Bologna, Università di Parma, laboratori NES della Scuola Normale di Pisa. Recentemente sono state attivate collaborazioni internazionali con l’Universidad Federal di Lavras (UFLA), nello stato di Minas Gerais in Brasile, che ci hanno consentito di ospitare studenti brasiliani della facoltà di scienze informatiche per progetti inerenti lo sviluppo di algoritmi euristici e la loro applicazione nella gestione dei servizi di facility. Il tirocinio è una forma di partnership con le Università ampiamente collaudata negli anni che ha portato in più di un’occasione all’assunzione di nuove risorse di talento nella nostra organizzazione. Nel 2019 sono stati attivati 4 tirocini con il DISMI di UNIMORE per l’inserimento di studenti in progetti in ambito innovazione di servizio e di processo.

Con il Dipartimento di Scienze della Vita di UNIMORE, nel 2019 è stata siglata una convenzione per il finanziamento di un assegno per la collaborazione ad attività di ricerca nella microbiologia allo scopo di sperimentare differenti metodologie di pulizia e sanificazione e studiare la correlazione con cariche microbiche residue e microclima ambientale. Un esempio concreto di come si possa applicare l’innovazione a servizi solo apparentemente semplici come il cleaning, ma che in realtà sono cruciali per garantire la salubrità e l’igiene degli ambienti non solo ospedalieri.

Coopservice è partner di UNIMORE, insieme ad altre sole 13 imprese del territorio, nella co-progettazione del corso di laurea in Digital Marketing che verrà avviato a partire dall’anno accademico 2020-2021. Un nuovo modello di governance condivisa tra l’Università e le imprese che mira a formare professionisti affiancando l’insegnamento ad attività di teamworking e di internship.

Un’altra interessante modalità di applicazione dell’open innovation è rappresentata dai progetti “embedded”, che vedono l’integrazione di risorse esterne (solitamente studenti e ricercatori universitari) all’interno di un team di ricerca multidisciplinare creato appositamente per risolvere una sfida o una problematica ricorrendo a metodologie innovative, come il Design Thinking. Nel 2019 il team ha effettuato una ricerca sul campo e predisposto un progetto pilota, condotto presso il Policlinico Umberto I di Roma, con l’obiettivo di raggiungere nuovi standard qualitativi di altissimo livello nella pulizia e sanificazione in corsia ottimizzando ogni fase del processo di erogazione.

La collaborazione con le istituzioni scolastiche prosegue anche sul versante dell’alternanza scuola-lavoro. Ogni anno vengono accolti in azienda gli studenti di alcuni istituti superiori del territorio, che hanno così l’opportunità di fare esperienza in una realtà dinamica e variegata e di consolidare il loro apprendimento sul campo. Coopservice è nel pool di importanti aziende a livello nazionale che sostengono il progetto Push-to-Open di Jointly, un percorso di orientamento al mondo delle università e del lavoro, che aiuta i ragazzi di quarta e quinta superiore, appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, a scegliere cosa fare dopo le scuole superiori grazie al dialogo con i professionisti delle più importanti aziende italiane e al confronto con migliaia di ragazzi da tutta Italia. Per il terzo anno consecutivo –  grazie all’adesione al programma “Adotta una classe” che si prefigge lo scopo di migliorare l’employability dei giovani del territorio – gli studenti di una classe dell’Istituto Calvino di Genova hanno potuto partecipare gratuitamente al percorso di orientamento ed essere ospitati dall’azienda per l’hackathon, una sfida che consente ai ragazzi di esprimere le loro potenzialità creative e innovative su temi di grande attualità, come la sostenibilità ambientale.

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